lunedì 6 giugno 2011

Il pericolo del Nucleare

Il pericolo più grande è forse dato dal fatto che nessuno abbia mai visto di che si tratta.
Tutto avviene nell' atomo che è talmente piccolo che nessuno l' ha mai messo a fuoco. Si ritiene di intuirne un modello dedotto da effetti e comportamenti ampiamente sperimentati nelle più svariate tipologie di laboratorio. Per avere l' idea dell' ordine di invisibilità di quello che ora ci interessa, si deve immaginare un atomo grande come uno stadio di serie A. Tramite una fissione l' energìa viene estratta bombardando il nucleo di quest' atomo, grande come un mandarino al centro di uno stadio. Questa piccolità basta a dimostrare che nessun terrestre può sapere realmente di che stiamo trattando e, tantomeno, controllarne le dinamiche.
Però tutti sanno che andare a devastare la materia nel suo più intimo cuore, come residuo produce l' inquinamento più subdolo e pericoloso che si possa immaginare, probabilmente il più velenoso e nocivo alla Vita dell' Universo: una radiazione assai penetrante e persistente che ci può indurre danni fatali sin dall' immediato fino a dopo migliaia di anni. Il miracolo della vita che si è formata sul nostro pianeta è reso possibile anche ad una protezione naturale a questo genere di minaccia in cui il cosmo è intinto e l' idea dell' uomo di produrre questo nemico dall' interno di tale scudo è un grosso generatore di business più che di energia o strumento bellico: molto sciocco anche per chi ci si arricchisce. Non essendo dotati di organi di senso adatti a rilevarne la presenza siamo estremamente vulnerabili alle radiazioni ed il minimo che ci può proteggere è non permetterne la produzione forzata ed artificiale eliminando, ad esempio, tutte le centrali nucleari dalla faccia del Globo. Una centrale nucleare produce quotidianamente danni, irreversibili ed a lunghissimo termine, anche senza incidenti e non dobbiamo neanche riflettere sulla natura non-infallibile dell' uomo che dovrà progettare, costruire, gestire, smantellare e smaltire questi terrificanti mostri.

giovedì 31 marzo 2011

Guidare low cost


Quanto segue deriva dal buonsenso che deve sempre prevalere. Ma abituarsi ad una guida economica richiede anche molta abilità, esperienza ed allenamento. Tuttavìa l' esposizione potrebbe essere difettosa come potrebbe esserlo l' interpretazione di chi legge quindi, per evitare incidenti in maniera matematica e certa basta osservare ossessivamente le distanze di sicurezza che, associato al rispetto dei limiti di velocità "consigliati, potrebbe essere la panacea delle compagnie assicurative.

- Tutti sappiamo che, per consumare meno, occorre scegliere la marcia più appropriata anche se è vero che più sono bassi i giri del motore (questo vale solo per i motori a combustione) e più l' econometro si rilassa sfruttando la accresciuta elasticità dei moderni motori.

- Sull' asfalto liscio si consuma meno che su quello poroso (solo sull' asciutto), e quando prendiamo una buca consumiamo di più.

- Ogni cosa elettrica alimentata dall' auto consuma benza, la legge sulle luci accese anche di giorno ha fruttato 900 M€/anno in più solo sull' accise dei carburanti (ah,ah! accese, accise..).

- Ovviamente il climatizzatore ciuccia dibrutto ma a volte ne vale la pena. Però è ottima accortezza raffreddare l' abitacolo andando un po' coi finestrini aperti, prima di azionarlo anche perchè nel passaggio da 60 a 30 °C sarebbe energìa davvero defecata inutilmente.

Ma l' 80% dell' energìa consumata viene sucata dalla dea protrettrice dei petrolieri: L' accelerazione.
La quasi totalità dei costi di locomozione è dovuta all' accelerazione che significa "quando varia la velocità" :
- negativa è quando la velocità diminuisce.
Puo' essere quasi gratis se avviene senza toccare i freni (rallentamento per inerzia) a pagamento nell' altro caso.
- positiva è quando la velocità aumenta.
Questo è quello che arricchisce i petrolieri perchè fagogita energìa e si paga alla grande tranne nel caso in-discesa-col-venta-a-favore o in caduta libera in un baratro.
A parità di variazione di velocità, costa molto di più se essa avviene in minor tempo e con più carico (bagagli, persone, salita).

- Naturalmente l' accelerazione più costosa tra le accelerazioni è la partenza da fermo. Facciamone una sola e quando serve, senza le nervosetterie al semaforo, e prendiamoci più tempo possibile per arrivare alla velocita desiderata (specialmente se siamo pesanti e/o in salita).

Siccome ogni frenata è un' accelerazione da rifare (quindi sprecata)

- Abbondare con la distanza di sicurezza (magari accelerando lentamente) regala più margine per non frenare quando il traffico rallenta e si contribuisce a diminuire l' effetto elastico della coda.

- Se la coda si ferma è più conveniente se ci si trova in un punto in discesa (ma dipende dalla sorte), in questo caso, spesso si può ripartire in seconda.

- Se scrutando scorgiamo un semaforo che diventa rosso, rallentiamo subito e (prudenza e buonsenso) facciamo in modo di raggiungerlo usando i freni il meno possibile; magari nel frattempo diventa verde facendoci risparmiare una ripartenza da fermo.

- Per lo stesso motivo cerchiamo di prevedere i rallentamenti del tragitto col massimo anticipo possibile.

- Anche in autostrada, o percorso lungo, è assai sparagnoso riuscire a crearsi i margini per usare i freni il meno possibile, compiere accelerazioni lente e graduali ma anche evitare di accelerare nei tratti in salita, nei quali limitiamo al massimo rinviabili sorpassi consigliati, ovviamente, nei tratti in discesa.

- Al mattino metti-in-moto-e-via. Magari facendo i primi 500 mt senza toccare l' acceleratore. A freddo la macchina aumenta i consumi ma scaldarla da fermo costa ancora di più e poi inquina.

Ma il più importante accorgimento che più ci aiuta a lottare contro gli aumenti e l' inquinamento rimane lo stratagemma fondamentale:
andate a piedi !
Anche perchè un' auto usata per fare 7 km al giorno funzionerà sempre solo a freddo e i consumi per chilometro aumentano spropositatamente rispetto a quelli dichiarati.
E poi coi mezzi si vede un sacco di gnocca .
Sperimentando un simile stile di guida (almeno 1000 km) ci si accorge subito che non è per niente facile (non come fare derapate o sgommate) ma a regime si impara a sentire il motore come la puerpera sente il lattante e, in simbiosi con la macchina, si impara a farle fare meno fatica, con un senso di guida sicura e confortevole per i passeggeri che, non centrava un cazzo ma rimane un vantaggio indotto.
Guida economica come rivoluzione.

mercoledì 2 marzo 2011

La legge della degradazione delle Masse

Ogni persona è un universo ricco di misteri e di risposte. Anche la più semplice è attraversata da pensieri immanemente profondi, esperienze uniche ed irripetibili, potenti emozioni, brutture che spaventerebbero un orco e sublimi poesie che possono dar vita alla materia inanimata.
Di questo stupefacente materiale solo una piccola parte può essere condivisa. Quando due di questi universi si incontrano, tali meraviglie possono interagire solo se filtrate dal protocollo dei linguaggi scritti, parlati, corporei, metafisici, ecc.. . Le due divine entità che si incontrano danno luogo ad un mondo risultante assai degradato rispetto a quello dei singoli individui. Solo il vero Amore, o alcuni tipi di droghe, possono far sì che due universi si sommino, solo in qualche misura, anzichè sottrarsi.
Le cose peggiorano quando il gruppo è formato da quattro persone. Anche la conversazione più impegnata si avvicina molto poco alla qualità interiore dei singoli e la difficoltà nel frenare la supidità che sgomita per emergere, aumenta sempre più indisturbata.
La regola è semplice: più il gruppo è numeroso e più è stupido, indipendentemente dai singoli che lo compongono; basti notare cosa può scaturire anche dai tifosi più colti e raffinati radunati in uno stadio .
Anche a tali livelli più-stupido non è relativo ad alcuno in particolare ma è sinonimo di più-vulnerabile; non è un difetto di nessuno, è solo una regola.
Se una qualche forza avesse il potere di riunirere una massa considerevole di persone, la cosidetta "Gente", in un unico serbatoio, e accomunarle in qualche modo tra loro, questa Gente diventa una periferica molto, molto vulnerabile e, potenzialmente manipolabile.
Forze di tal genere non sono, purtroppo, solo una teoria ma assediano quotidianamente l' individuo attentando alla privata intelligenza e cercando di brinarla in collettiva imbecillità. Tali diabolici strumenti si manifestano sotto varie forme e sono accomunati dal senso unico, dall' indiscutibilità e dalla prepotenza che gruppi, più che individui, sono disposti a subire passivamente.
Tralasciando le forme più antiche come proibizionismi, manifestazioni sportive, campanilismi, corpi d' armata, ecc.. la regina della degradazione delle masse è da tempo sua maestà la Televisione.
Prendi l' etere, butta fuori tutti, riempilo con le tue trasmissioni, e rivolgiti a 55 milioni di persone. A tutte, perchè il gruppo si presta ma un gruppo di gruppi è ancora meglio. Allora suddividi il pubblico in categorie (giovani, donne, nostalgci, anziani, ribelli, medi .. ) e gli dedichi dei canali catalittici nei quali gli propini quello che ti và. Questa potente forza è in grado di dettare leggi (non è un modo di dire), in modo palese o subliminale, inducendo scelte, modelli, gusti e anche realtà virtuali. Una spece di ipnosi, un lavaggio mentale che l' utente puo accendere in qualsiasi stanza della sua casa, illuso di collegarsi ad una qualche realtà.
Come ci si difende ?
Basta una frazione di quella intelligenza individuale che si nasconde terrorizzata in noi. E' sufficente restituire alla televisione il suo ruolo primordiale. Essa è stata inventata per dare spettacolo. Tutto ciò che appare in essa deve essere considerato solo ed esclusivamente spettacolo. E quando lo spettacolo è brutto non lo guardiamo.
Sembra facile ma se si ragiona con l' imbecillità collettiva, anzichè lintelligenza individuale, ci si imbarazza quando, a scuola o al lavoro, i colleghi discutono accesamente i non-eventi del grandefratello o le minchiate sparate da wild, perchè noi abbiamo visto (o fatto) altro la sera prima.
Da questa piccola, arruffata e confusa analisi si può intuire quanto e perchè la rete faccia così paura ai poteri forti. Internet non pascola le masse ma congiunge i singoli che mantengono facoltà di discutere, inventare, partecipare. Non solo non funziona nella degradazione delle masse ma rende queste un grave pericolo che minaccia chi da grande vuole fare il dittatore.
Bhè ! Alla faccia sua ..

domenica 12 dicembre 2010

Strumenti Musicali

Uno strumento musicale deve innanzitutto generare un suono.
Un suono è sostanzialmente la scrematura di un rumore, dove:
il rumore è un fenomeno casuale e, nel contesto acustico, percepibile dall' udito;
esso diventa suono qualora i suoi parametri vengono organizzati in timbro (forma d' onda) ed altezza (frequenza).
Rumore può essere un fruscìo (rumore per eccellenza), un sistema di pentole che cade in terra o più persone che parlano contemporaneamente;
il suono possiede invece una nota ed un colore timbrico che lo caratterizza e che gli da la possibilita di armonizzare e di sommarsi ritmicamente ad altri suoni (la caratteristica più interessante per le applicazioni musicali).
Ogni strumento musicale, per poter esistere, deve essere composto da
- un generatore di rumore che già contradistingue la "voce" dello strumento, e può essere costituito da un plettro o pizzico, battente, ancia, pernacchia o soffio, elettronica, ecc ..., gestiti dall' esecutore nella dinamica e nel "colore" ;
- un filtro per la selezione e la sopravvivenza dell' altezza che determina la nota del suono da emettere. Ogni strumento possiede la sua particolare tecnologia per selezionare la nota da emettere, sfruttando i parametri fisici dei materiali che lo costituiscono come lunghezza, tensione, spessore del corpo vibrante, ovviamente manovrabili dall' esecutore e che trova fondamento nelle leggi della risonanza. Il filtro è responsabile della trasformazione del rumore in suono: esalta la nota che interessa estratta dal rumore generato che le contiene tutte, sopprimendo tutto il resto;
- un amplificatore, costituito da una cassa di risonanza, corpo simpatico o sistema elettronico.

Generatore, filtro ed amplificatore sono le componenti assolute di un qualsiasi strumento musicale, oltre, ovviamente, al musicista che deve dargli vita. E' banale precisare quanto la musica possa estasiare tanto l' ascoltatore quanto l' esecutore ma, altrettanto affascinante ed appagante può essere l' universo dei Suoni nel quale si possono facilmente scoprire Strumenti Musicali insospettabili (specialmente in natura), che possono emergere in questo mondo, apparentemente così rumoroso .